Lo shopping nella sua modalità tradizionale è ormai una pratica umana in via di estinzione!
Ricordo che la sera precedente un acquisto (o un mero tentativo di acquisto!) era mia consuetudine consultare le pagine gialle (in forma rigorosamente cartacea) della mia città e redigere l’elenco dei possibili negozi da visitare corredato da relativo indirizzo, recapito telefonico e percorso stradale.
Il mattino seguente, dopo la mitica tortina “Tomarchio” (che i miei compaesani ben conoscono!) trasudante nutella da tutti i pori, si partiva a bordo di un’automobile fresca di carburante, con un’abbondante dose di entusiasmo e l’amara consapevolezza (quella di mia madre, mia accompagnatrice prediletta!) che sarei tornata a casa a mani vuote con una percentuale di probabilità non inferiore al 80%. Ma a prescindere dal raggiungimento o meno del risultato, trovavo (e trovo ancora, in verità!) davvero divertente quelle adrenaliniche escursioni di shopping vecchio stile!
Oggi, invece, bastano un indice mediamente esperto ed un cellulare di ultima generazione per fare acquisti. E persino una quarantenne come me, nata e cresciuta sotto il vigore dello shopping tradizionale, si è dovuta piegare, in qualche occasione, al fascino dello shopping on line.
E così, poche settimane or sono, dalla vetrina virtuale di “Subito.it” è approdata sul mio “tavolo operatorio” questa lugubre e malconcia angoliera acquistata per poche decine di euro per essere collocata in una stanza da bagno…previa massiccia cura a base di olio di gomito e shabby chic!
Premesso che non sono una decoratrice ne tanto meno un’esperta di restauro, vi spiegherò, fase per fase, come ho trasformato questo brutto anatroccolo in legno in uno splendido cigno in stile shabby chic … non senza procurarmi una temporanea anchilosi della mano destra!!!
Cominciamo dai prodotti e dagli arnesi utilizzati per il restyling:
- primer universale all’acqua della marca “To Do – Fleur” (reperibile presso il negozio “Leroy Merlin”) nel barattolo da 330 ml., che ho consumato quasi del tutto stendendone 2 mani;
- smalto acrilico all’acqua finitura opaca della marca “Fleur” (reperibile presso il negozio “Leroy Merlin”) nella tonalità “cream love” (corrispondente ad un bianco sporco). Preciso che io ho acquistato la latta da 2,5 lt. (essendo economicamente più conveniente e necessitandone per l’esecuzione di altri lavori), ma sappiate che ho impiegato circa 1/3 del contenuto totale stendendo ben 4 mani di prodotto;
- stucco in pasta per legno ed una piccola spatola per la stesura dello stesso;
- 2 pennelli piatti con setole mediamente morbide di misura differente a seconda delle dimensioni della zona da dipingere: io ho utilizzato 1 pennello misura 40 ed un pennello misura 20;
- carta abrasiva grana 50 e carta abrasiva grana 120: io ho acquistato la carta abrasiva preformata per la levigatrice palmare a punta (son pigra…che posso farci!);
- cera neutra per restauratori ed un panno in cotone;
- una comune candela in cera bianca.
Dopo avere spolverato, lavato ed igienizzato (io l’ho fatto con acqua e candeggina, ma, in alternativa a quest’ultima, potete anche far uso di bicarbonato o ammoniaca) la malcapitata, ho provveduto allo smontaggio delle parti rimovibili (parte superiore dell’angoliera, mensolina interna ed anta frontale) al fine di operare in maniera più agevole e precisa. Ho anche rimosso la vecchia ferramenta ormai arrugginita con l’intenzione di sostituirla. Una volta eseguite queste antipatiche attività preliminari, sono passata alla fase più soft della procedura: l’osservazione. Ebbene, ho osservato con attenzione il mobile in tutte le sue parti per individuare la presenza di eventuali fori di tarlo e, con mia grande fortuna, gli unici buchi rinvenuti sono stati quelli lasciati da chiodini e viti applicati nel corso del tempo che ho provveduto a stuccare servendomi di una piccola spatola; analogamente ho stuccato la molteplicità di graffi ed ammaccature riscontrati sulla superficie del mobile.
Attesa la completa asciugatura dello stucco, ha avuto inizio la fase più ostica del restyling: la carteggiatura. Per l’esecuzione di questa fase, lo confesso, mi sono servita della mia fidata collaboratrice, la levigatrice palmare a punta; ho carteggiato, in profondità, seguendo le venatura del legno, il piano dell’angoliera sino a riportarlo a legno grezzo, impiegando, inizialmente, la carta abrasiva a grana 50 e, successivamente, la carta abrasiva a grana 120. Ho, invece, carteggiato il resto del mobile soltanto in maniera superficiale (con carta abrasiva a grana 120) al fine di opacizzarne la superficie e consentire allo smalto di aderire. Infine, ho rimosso la polvere con un panno umido e lasciato asciugare qualche minuto.
Dopo aver coperto i bordi del piano con del nastro carta, ho steso una prima mano di primer universale all’acqua su tutta la superficie del mobile (ad eccezione del piano, che intendevo lasciare allo stato grezzo). A completa asciugatura, ho carteggiato in maniera blanda (con carta abrasiva a grana 120) e rimosso la polvere con un panno umido. Successivamente, ho dato una seconda mano di primer universale all’acqua; dopo la completa asciugatura, ho nuovamente carteggiato in maniera blanda (con carta abrasiva a grana 120) e rimosso la polvere con un panno umido. A questo punto, ho strofinato in maniera energica una comune candela in cera bianca sugli spigoli, sulle sporgenze, sugli angoli e su tutte quelle parti del mobile in corrispondenza delle quali intendevo realizzare l’effetto usurato tipico dello shabby chic. La paraffina contenuta nella candela, infatti, consente allo smalto di non attecchire facilitando la successiva rimozione dello stesso con carta abrasiva.
A questo punto, sono passata alla stesura dello smalto utilizzando il pennello misura 40 nelle zone più ampie del mobile ed il pennello misura 20 per le zone più strette. Ho cercato, per quanto più possibile, di mantenere un certa regolarità nelle pennellate (che, si badi, ho sempre dato nel senso delle venature del legno) evitando interruzioni nella stesura, cambi di senso, anomali ricongiungimenti che avrebbero certamente determinato un effetto visivo poco apprezzabile. Sul punto, ci terrei a puntualizzare che la stesura della pennellata è pur sempre visibile sulla superficie del mobile e rappresenta una peculiarità della tecnica decorativa shabby chic; tuttavia, se lo si preferisse, si potrebbe attenuare l’effetto pennellata passando su quest’ultima (quando è ancora fresca) un rullo asciutto (ma vi confesso che è una pratica che io non condivido!). Ho dovuto dare ben 4 mani di smalto per ottenere una buona copertura: non so se questo sia dipeso dalla tonalità scurissima della vernice con cui la mia angoliera era dipinta o dalla tipologia dello smalto utilizzato. Sappiate, comunque, che ho preferito dipingere anche la parte interna del mobile e la zona posteriore.
Esistono in commercio (reperibili per lo più on line) delle vernici a base gessosa (chalk paint) che possono stendersi direttamente sulla superficie del mobile senza preventive carteggiatura ed applicazione del primer, assicurando adesione e copertura con un piacevole effetto materico e polveroso. E’ possibile anche procedere alla preparazione casalinga della chalk paint mescolando quattro parti di idropittura (pittura murale) o smalto all’acqua ed una parte di gesso di Parigi o di Bologna (reperibile nei negozi di belle arti). Io non ho ancora provato né l’una né l’altra, ma ho intenzione di farlo e a quel punto potrò relazionarvi in merito!
Attesa la completa asciugatura, ho carteggiato con carta vetrata a grana 50 (la carta vetrata a grana 120 scrostava ben poco!) gli spigoli, le sporgenze, gli angoli e tutte quelle parti del mobile in corrispondenza delle quali avevo sfregato la candela per far emergere il colore sottostante e conseguire il tipico effetto scrostato dello stile shabby chic. Infine, ho applicato, con un pennello, della cera neutra (incolore) su tutta la superficie del mobile; dopo averla lasciata agire per qualche minuto, l’ho “tirata” in maniera energica utilizzando un panno di cotone (proveniente da una vecchia maglietta bianca di mio marito…questa, vi assicuro, va benissimo!) e voilà….vi presento la mia “nuova vecchia” angoliera in stile shabby chic!
E’ stata davvero un’impresa colossale dalla quale mi sono, persino, residuati postumi invalidanti (spero a carattere temporaneo!) a carico dell’articolazione della mano destra, ma sono decisamente soddisfatta del risultato … anche se, ahimè, mia suocera ha già provveduto a distruggere l’idillio non riuscendo a trattenersi dal chiedermi: “E’ bella, si! Ma cosa le è successo … perché tutti questi graffi?”.
Vi lascio con un aforisma del noto scrittore e giornalista inglese Gilbert Keith Chesterton e vi attendo numerose/i al mio prossimo post!
“Gli uomini si affaticano per delle novità, siano mode, disegni, riforme, mutamenti; ma sono le cose vecchie quelle che stupiscono e colpiscono profondamente; sono le cose vecchie veramente giovani.”
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