Si dice che ogni promessa sia debito. Ed io che, modestia a parte, di debiti me ne intendo (avendone di ogni importo e tipologia), non potevo non uniformarmi a questa regola di condotta onorando la promessa fatta nel post pubblicato la scorsa settimana: eccovi, pertanto, la seconda parte di “Gessettimania” a cura di Irene de “Il carretto dei desideri”.
Prima di farvi accomodare nel laboratorio creativo dell’handmade, mi tocca fare una di quelle manovre che io definisco di “balance policy” (“politica di bilanciamento” … per chi non mastica l’inglese). Vengo e mi spiego. Dopo aver letto il post della settimana scorsa, Irene si è premurata di inviarmi una registrazione audio tramite WhatsApp (è figlia della tecnologia cellularistica … che volete farci!) in cui, in buona sostanza, si complimentava con me per “la forma con cui ho vestito i suoi contenuti”, giungendo, in ultimo, ad affermare: “Ma hai fatto un quadro troppo positivo della mia persona!”. E poiché non voglio che mi si consideri una blogger (che parolona!) sdolcinata e priva di senso critico (e qui urge la faccina che strizza l’occhio!), coglierò l’occasione per togliermi finalmente un sassolino dalla scarpa raccontandovi dell’enorme sacrificio cui la cara Irene mi ha sottoposta nel settembre del 2011. Vi racconterò di quando, gravida (molto gravida!) al settimo mese, con i piedi e le caviglie simil-cotechino (per non parlare del resto!), mi sono dovuta, mio malgrado, vestire a festa (per quanto mi fosse possibile, considerate le mie dimensioni!) e partecipare al suo matrimonio. E mentre lei, in tutto il suo filiforme splendore, sguazzava leggiadramente nella felicità del giorno più bello della sua vita, io, con i piedi intrappolati dentro un paio di sandali misura 40 (si badi, di norma, io porto il 37) che mi segavano letteralmente l’epidermide, sognavo di sgonfiarmi istantaneamente e completamente come un palloncino adagiatosi su un infido rametto di rosa.
“E dopo aver dato ad Irene quel che è di Irene”, ritengo che possa avere inizio la seconda lezione in tema di gessetti nella quale la nostra creativa ci spiegherà come, partendo da materie prime di facile reperimento e a basso costo, si possano creare degli stampi per gessetti semplicemente realizzando il calco di qualsiasi oggetto di nostro gradimento.
Preliminarmente, occorre munirsi di:
- silicone acetico trasparente;
- fecola di patate;
- carta forno;
- guanti in lattice
e di tanta fortuna….aggiungo io!!!
Stando alle impeccabili spiegazioni di Irene, “una volta indossati i guanti in lattice e steso su un piano un foglio di carta forno, bisognerà cospargere un pò di fecola in modo da impedire che il silicone si attacchi alla carta; successivamente, si procederà a versare il silicone in quantità direttamente proporzionale alle dimensioni dell’oggetto da riprodurre e a cospargere ulteriore ed abbondante fecola”.
“A questo punto” , prosegue Irene, “avrà inizio il lavoro vero e proprio perché occorrerà impastare proprio come si impasta la pasta per la pizza. Se il composto si presenta troppo appiccicoso, bisognerà aggiungere altra fecola fino a quando non si otterrà un impasto liscio e morbido. Non demoralizzatevi se all’ inizio la situazione potrebbe risultare tragica con il silicone che vi rimane attaccato ai guanti; il trucco consiste nell’impastare inizialmente aiutandosi con la carta forno per poi proseguire con un lavoro di mani continuo e perseverante. Una volta ottenuta la giusta consistenza, bisognerà formare un panetto di forma rotondeggiante nel quale andrà, poi, impresso in profondità l’oggetto selezionato con il lato da riprodurre rivolto verso l’interno. Dopo aver livellato delicatamente i bordi, occorrerà attendere almeno 2 ore finchè il silicone si sarà indurito. Infine, con una leggere pressione sarà possibile estrarre l’oggetto e voilà….lo stampo è pronto per essere utilizzato!”
Ancora una volta, il tutorial illustrato della nostra ospite non ha mancato di fornirci interessanti spunti in termini di creatività, facendoci quasi venir voglia di correre a sperimentare tra le mura di casa nostra! E se l’impasto per lo strudel di mele mi è riuscito solo al terzo tentativo (non ci crederete, ma ho buttato, nell’arco dello stesso pomeriggio, ben due impasti dopo essermeli staccati a fatica dalle mani!!!), posso già prefigurami l’esito del mio personale esperimento!Beh…sarà anche che la pazienza non è tra le mie virtù (mio marito lo sa bene!)…ma sono certa che a voi andrà meglio!!!
Ringrazio di cuore Irene de “Il carretto dei desideri” per aver accettato di condividere con tutti noi un pezzettino del suo patrimonio creativo e concludo questo post con la promessa (un’altra!) di reiterare periodicamente la prassi dell’ospitata sperando di allietare la vostra lettura e, soprattutto, di sollecitare il vostro lato H (H di handmade)!
Approfitto, infine, per augurare a tutti voi una Pasqua di amore, pace … e tanto tanto cioccolato!!!

A presto!
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